Food Porn
Un modo di vedere un piatto, può influenzare a livello globale? La relazione che abbiamo con il cibo, quanto c’influenza? Da forma di servitù gastronomica ad aggregatore mondiale d’immagini che prescinde i confini geografici, culturali e democratici. Tutto questo è il Food Porn, conosciamolo meglio….
Food Porn, le origini di un fenomeno socioculturale
Una primordiale forma del termine apparve per la prima volta sulla carta stampata nel dicembre del 1977, nell’articolo “The New York Review of Books” di Alexander Cockburn. Cockburn scrisse “il vero gastro-porno accresce in chi osserva fotografie a colori delle varie ricette preparate, l’eccitazione ed il senso dell’irraggiungibile, dell’esclusivo creando desiderio”.
Alexander Cockburn
Nel 1984 la scrittrice Rosalind Coward con il suo libro “Fermale Desire” afferma che la rappresentazione del cibo è un atto di servitù. Un modo per esprimere un affetto smodato che sconfina nel piacere, un piacere quasi pornografico, attraverso il dono di un alimento per il godimento altrui. Una forma che ha origine da antichi rituali, come la cerimonia del tè.
Female Desire, Rosalind Coward
Con il tempo, in alcuni Paesi del globo, queste definizioni quasi poetiche sono state deviate e fagocitate dalle grandi emittenti televisive, agenzie pubblicitarie e dalle aziende alimentari, dando al Food Porn la rappresentazione del cibo ipercalorico, colante di grasso, che appaga il corpo in modo eccessivo, oltre i bisogni fisiologici. Vengono mandati messaggi inconsci alle masse, il cibo diventa un modo per riempire i propri vuoti interiori e mettere a tacere i sensi di colpa. Il cibo diventa la medicina a tutti i problemi, affondando nel cibo, si mettono a tacere ansie, dolori ed insicurezze.
La cosa importante non è più la preparazione del piatto ma l’immagine finale dello stesso.
Negli anni ’90, il concetto del food porn deviato, divenne popolare nel Regno Unito grazie ad un programma di cucina televisiva della BBC, “Two Fat Ladies” con Clarissa Dickson Wright e Jennifer Paterson. La produzione della celebre trasmissione Optomen Television rispose alle critiche sul programma dicendo: “Le signore sono cuoche non chef – respingono le pretese e l’elaborazioni dell’alta cucina e sono aggressivamente fuori moda, deliziandosi con ingredienti come panna rappresa, strutto e carni grasse.
“Two Fat Ladies” Clarissa Dickson e Jennier Paterson
Oramai l’etichetta Food Porn non riesce più ad essere racchiusa dentro i confini territoriali. On line i limiti fisici, culturali e linguistici decadono ed il termine conquista il web, il peccato non ha origine dal desiderio di gustare ma dalla visione ed il possesso di quella pietanza. Neanche più le barriere economiche riescono a contenere questo fenomeno democratico.
Il Food Porn, non racchiude più quei significati positivi delle sue origini.
Con il nuovo millennio i confini con il “Junk Food” cibo spazzatura si fanno meno netti e le definizioni vengono accumunate e fraintese.
2000, il Food Porn si diffonde a livello mondiale
Sarà con l’avvento degli anni 2000, che la reputazione del Food Porn viene pian piano ripulita e riportata al piacere del cibo dal punto estetico, non come deviazione mentale e droga per appagare ogni necessità.
Si riparte da una definizione del termine più matura. Esso diventa il piacere d’esibire la pietanza in maniera erotica per gli occhi e poi per il palato, anche se le due cose non sono spesso collegate e consecutive. Con il passare del tempo, la presentazione dei piatti diventa più ricercata con lo scopo ultimo di far venire l’acquolina in bocca, ancor prima di sentirne il profumo, di capire cosa ci sia nel piatto e d’immaginarne il sapore. Da qui ne è scaturito la tendenza ad una presentazione visivamente impeccabile, che è diventata d’importanza cruciale per stimolare e suscitare un desiderio paragonabile a quello sessuale.
Il Food Porn così è ritornato ad essere il piacere voyeuristico del cibo. L’enfasi della presentazione del cibo figlia di un era, quella digitale, nella quale le immagini assumono un peso enorme e fondamentale per decretare la popolarità di un piatto.
Grande regina di questa rinnovata definizione è la burrosa Nigella Lawson, celebre conduttrice tv inglese ed autrice di libri di cucina. Il suo prorompente ed ammiccante modo di comunicare il cibo conquista il pubblico. Nigella ha la giusta formosità per raccontare un cibo bello, appassionato, quasi erotico. La cultura del cibo visto dal lato godereccio rimette al centro del suo messaggio, il piacere del piatto, proprio quel piacere che ci conquista e che attira il nostro sguardo. Celebre diventa la parte del programma tv in cui Nigella in vestaglia a notte inoltrata, apre il frigo e fa uno spuntino frugale con gli avanzi di quello che ha cucinato. Il suo pubblico non dimenticherà la copertina di Stylist dove il suo volto viene inondato da una salsa al caramello salato.
I Social Media consacrano il Food Porn fenomeno planetario
Ma saranno proprio i social a contribuire alla popolarità su larga scala del Food Porn.
Le foto sui social media (Instagram, Flickr, Snapchat, Facebook e Twitter) contribuiranno a far esplodere questo fenomeno. Fotografare in maniera istantanea un piatto e condividerlo a livello globale, in modo immediato, semplice e veloce, queste immagini al limite del peccaminoso.
Così si abbattono barriere linguistiche, geografiche e culturali, si formano aggregazioni d’interessi a livello virtuale che coinvolgono l’intero universo sociale.
Il Food Porn nel mondo social ha permesso a chiunque di poter generare e compiere la magia di fotografare un piatto dall’aspetto sublime. Non sono più solo gli chef ad avere questo potere, ma chiunque può consegnare al mondo virtuale, piccole rappresentazioni di puro piacere che vanno oltre l’appagamento gustativo, diventando arte che fa gola, instilla desideri e da modo a chi guarda di ricevere un piacere orgasmico dalla visione di tali immagini.
In conclusione il Food Porn è il voyerismo del cibo, un piace che viene appagato anche solo con gli occhi. Il piacere diventa il piatto, fotografato in modo spinto, la nuova pornografia, perché il cibo è la nuova sessualità, la nuova droga che appaga il bisogno, l’unico vizio ammesso , democratico e più popolare al mondo.
Spesso le agenzie pubblicitarie cavalcano la concezione del Food Porn per indurre una sorta di narcisismo passivo dove non è più il riflesso della nostra immagine ad ammaliarci ma diventiamo noi lo specchio di quello che appaga il nostro palato sotto forma d’immagine.
Grazie per aver letto questo mio articolo, spero che ti sia piaciuto, mi farebbe molto piacere ricevere una tua opinione.
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Bell’articolo! Mi sono sempre domandata l’origine di questo hastag per me,…che non ho mai messo sotto le mie foto
È cara, tanta roba dietro un hashtag, mi è piaciuto tanto fare ricerca per questo articolo e raccontare che non è solo un etichetta modaiola da dare ai propri contenuti