Carota Viola
La Carota Viola
Conoscevate la Carota Viola? l’avete mai assaggiata? Scopriamola assieme…
La carota viola attualmente è molto diffusa in Cina dove viene utilizzata sia in cucina che nella medicina tradizionale. Sono praticamente identiche alle carote classiche, appartenendo alla stessa specie e avendo lo stesso sapore, ma le differenze sostanziali rispetto a quelle arancioni sono il contenuto inferiore di zuccheri (-22%) e che sono ricche di antociani.
La prima cosa fondamentale è che le carote viola hanno un elevato potere benefico sul nostro organismo. Infatti queste carote come dicevo sopra, contengono elevati livelli di antociani, un elevato potere antinfiammatorio, antiossidante (dodici volete maggiori rispetto a quello delle normali carote) e che svolgono un attività antinvecchiamento dei tessuti ed una notevole protezione sulla circolazione capillare. Questi composti vegetali rientrano nel gruppo dei cosiddetti “scavenger” (cioè spazzini) dei radicali liberi.
Da studi svolti presso l’Università del Queensland le carote viola vantano un contenuto di polifenoli tale da costituire una valida protezione contro la degenerazione delle cellule. Naturalmente per avere il massimo dei benefici, soprattutto in termini di vitamine, sarebbe meglio assumerle crude. Quindi abituiamoci a questo ortaggio pieno di effetti benefici. Consumiamolo prevalentemente crudo in insalate, pinzimonio e come snack spezza fame. Cuciniamolo in mille piatti dolci e salati e utilizziamolo per le nostre centrifughe (magari associato alle mele) come elisir di buona salute.
In Italia e precisamente a Polignano a Mare nella frazione di San Vito provincia di Bari, è stata recuperata una varietà di carote viola, che proprio per questo viene chiamata Carota di Polignano. Si tratta di una varietà che ha avuto il riconoscimento di presidio Slow Food, perché qui viene coltivata in maniera naturale e biologica.
Alcuni notizie storiche sulle carote viola.
Forse molti di voi non sanno che in origine la carota era viola, come ci indicavano le testimonianze dell’antico Egitto, ma anche, intorno al X secolo, notizie dall’Iran, dall’Afghanistan e Pakistan. Nel 1720 gli olandesi decisero di cambiare il calore delle carote in onore della dinastia regnante, gli Orange, e di qui ebbe inizio la trasformazione, ma non nei laboratori come avviene nei giorni nostri ma nei campi olandesi, per selezione successiva, partendo da un seme di carota proveniente dall’Africa del Nord. Cosi in pochi anni si è arrivati ad una carota arancione.
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